Il nemico numero due della tua Schiena

Ieri vi ho parlato di quanto la debolezza muscolare sia deleteria non solo per la nostra colonna, ma per il corpo in toto, di quanto sia fondamentale praticare attività fisica per tenerla sana e per far assolvere alla schiena tutte le sue funzioni senza soffrire.

Ma veniamo al nemico numero due:

MOVIMENTI RIPETITIVI, POSTURE PROLUNGATE E CARICHI E ECCESSIVI

Non so se ti è mai capitato di sentire come una pugnalata alle spalle, un dolore acutissimo che ti ha bloccato la schiena semplicemente chinandoti o facendo un movimento consueto per raccogliere qualcosa all’improvviso.

E accipicchia…..Fermo per una settimana! Il medico ti prescrive antidolorifici e antinfiammatori. È il famoso “colpo della strega”, dici ai tuoi amici e parenti quando torni alla tua quotidianità.

Ma la “strega” si nasconde nella vita di tutti i giorni compreso il lavoro: in edilizia, in agricoltura, nel magazzinaggio e in tante altre attività, come in ospedale quando si spostano i pazienti non autosufficienti. Il sollevamento e il trasporto di carichi pesanti logorano la colonna vertebrale giorno dopo giorno e ne minano l’integrità.

Ma anche stando a lungo nella stessa posizione, spesso in modo incongruo e disagevole, davanti a un video, in un call-center, in un ufficio e guardando le tue serie televisive.

Stanare e cacciare la “strega” è possibile, eliminando la vita sedentaria, con il giusto atteggiamento e affidandosi ad un professionista. Malattie e disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico sono assai diffusi tra lavoratrici e lavoratori e costituiscono una delle principali cause di assenza per malattia in molte attività. Quasi il 25% dei lavoratori dell’Unione europea soffre di mal di schiena e il 23% lamenta dolori muscolari. Il 62% dei lavoratori svolge operazioni ripetitive con le mani o le braccia per un quarto dell’orario di lavoro; il 46% lavora in posizioni dolorose o stancanti; il 35% trasporta o movimenta carichi pesanti. Le conseguenze di tutto ciò sono pesantissime, da un punto di vista sociale ed economico, per i lavoratori, ai quali procurano sofferenza personale e possibile riduzione di reddito; per i datori di lavoro, perché riducono l’efficienza aziendale; per il Paese, perché incidono sulla spesa sanitaria e previdenziale.

La movimentazione manuale di carichi eccessivi può provocare:

✔️un processo degenerativo del disco intervertebrale, che consiste in una lenta e graduale perdita di liquidi, che porta la struttura ad essere più densa e rigida, quindi meno mobile e incapace di ammortizzare i carichi;

✔️microfessurazioni cartilaginee limitanti, in conseguenza delle quali l’intero disco, sotto sforzo, viene spinto oltre i bordi del piatto vertebrale (Protrusione discale);

✔️fuoriuscita del nucleo polposo dal disco intervertebrale (Ernia del disco)

La postura fissa prolungata nel tempo può creare dei danni come:

✔️alterazioni del trofismo del disco intervertebrale;

✔️un processo degenerativo del disco intervertebrale.

Come poter evitare tutto o quantomeno prevenire?

Bisogna eliminare innanzitutto dove è possibile tutti i fattori di rischio, evitare di sentirsi onnipotenti e per i lavori più sedentari cercare di cambiare spesso posizione (almeno ogni ora), alternando la posizione seduta con quella in piedi o viceversa, facendo qualche passo e muovendo la schiena, le spalle, il collo e le braccia. Di fondamentale aiuto sono gli esercizi di allungamento e di rinforzo della colonna.

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